di Giustino De Matteis, Tiflologo.

La persona che non vede, per conseguire una conoscenza del mondo sempre più ampia e corrispondente al reale, deve educarsi a cogliere e gestire tutte le informazioni provenienti dalle varie parti del suo corpo e dagli altri organi di senso.  “Il tatto” e “l’udito”, però, hanno una prevalenza ed una dominanza più significativa sugli altri. È attraverso la stretta collaborazione di questi due canali sensoriali che la persona minorata della vista riesce a convogliare la maggior parte delle sensazioni provenienti dal mondo circostante; sono, infatti, prioritariamente le informazioni di natura tattile ed uditiva quelle più incisive per la conoscenza del mondo reale.

A tal proposito – e mi rivolgo, in particolar modo, ai genitori di bimbi privi della vista ed ai gentilissimi colleghi docenti – la persona non vedente, per conseguire una conoscenza del mondo sempre più ampia e corrispondente al reale, non può né deve ritenersi appagato unicamente dalle sensazioni che gli provengono dall’“uso delle mani”, tutt’altro: per conseguire tale ragguardevole obiettivo, egli, di giorno in giorno, deve abituarsi (deve educarsi) a saper cogliere e gestire anche tutte le informazioni provenienti dalle altre parti del suo corpo e dagli altri organi di senso. È innegabile, però, che le sensazioni tattili, quelle provenienti dalle mani, siano le più chiare e le più intelligibili, considerato che con le mani si discriminano non soltanto le texture e il gran numero delle qualità attribuibili alla materia, ma anche tutte le diverse parti che costituiscono l’oggetto e, in maniera più specifica, “quel particolare oggetto”.

…CONTINUA NELL’ALLEGATO