di Sara Bellini e Alessandra Donattini

La rilevanza della media education nella formazione di bambini, giovani e adulti è stata riconosciuta dall’Unesco oltre trent’anni fa. Nella dichiarazione di Grunwald38 le autorità competenti venivano invitate a dare avvio e promuovere programmi di educazione ai media, a tutti i livelli, con l’obiettivo di sviluppare conoscenze, abilità e attitudini che incoraggiassero una consapevolezza critica e una maggiore competenza nell’uso dei mezzi di comunicazione. I contenuti di quella dichiarazione sono stati riaffermati
dall’UNESCO nel 2007 con il documento “Agenda di Parigi o 12 Raccomandazioni per l’educazione ai media”39. Alla luce delle indicazioni internazionali, l’Unione Europea ha aggiornato i propri indirizzi agli Stati membri, ribadendo la necessità di integrare la media education nel curricolo scolastico.

Al fine di raggiungere tale obiettivo, le istituzioni europee hanno ritenuto doveroso adeguare i sistemi di istruzione e formazione alle esigenze della società della conoscenza. L’apprendimento permanente, trasversale alle varie fasi della vita, deve assicurare ai cittadini europei l’opportunità di sviluppare e aggiornare le “competenze chiave necessarie per la realizzazione personale, la cittadinanza attiva, la coesione sociale e l’occupabilità in una società della conoscenza”.

L’Unione Europea ha riconosciuto l’importanza di approntare azioni di educazione ai media non solo nelle politiche relative a istruzione e formazione ma anche nella regolamentazione del settore audiovisivo. Gli Stati membri sono chiamati ad adottare misurespecifiche che assicurino la tutela dei minori e della dignità umana nella fruizione di tali servizi, anche attraverso la promozione di azioni che ne favoriscano
un uso responsabile come una formazione permanente degli insegnanti e dei formatori, l’istituzione di un insegnamento specifico di Internet destinato ai minori fin dalla più giovane età, un approccio didattico integrato che costituisca parte integrante dei programmi scolastici e dei programmi di alfabetizzazione mediatica, per fornire informazioni su un uso responsabile di Internet. Le attività di educazione ai media devono essere destinate a tutti i cittadini (bambini, giovani, adulti, anziani, persone disabili) e avere come
obiettivi “l’utilizzo competente e creativo dei mezzi di comunicazione e dei rispettivi contenuti, l’analisi critica dei prodotti mediatici, la comprensione del funzionamento dell’industria dei media e la produzione autonoma di contenuti mediatici”. Particolare attenzione è dedicata alla pubblicità e ai nuovi media. Gli utenti delle nuove tecnologie devono divenire consapevoli degli aspetti legati a diritti d’autore e diritti di proprietà intellettuale, sicurezza dell’informazione e dei dati personali, rispetto della vita privata, diritto all’autodeterminazione informativa, rischi connessi alla violenza su internet. Fare educazione ai media in classe non significa tanto utilizzare i mezzi di comunicazione e le nuove tecnologie in maniera strumentale alla didattica, per catalizzare l’attenzione e favorire l’apprendimento delle materie oggetto di studio, ma comporta soprattutto un lavoro di analisi, scomposizione, approfondimento e critica dei messaggi che vengono trasmessi e delle modalità di fruizione ed interazione.

Per approfondire leggi “QUADERNO DIEDUCAZIONE AI MEDIA”- a cura di Rossella Tirotta e Alessandra Falconi.