di Elisabetta Patruno

Una delle qualificazioni principali della formazione è quella di azione di formare. In quanto azione ad essa può essere riferita tutta l’analitica dell’azione e la sua rete concettuale, la quale rinvia alle nozioni di intenzione, motivazione, scopo, scelta, suppone cioè una dimensione teleologica. La formazione è denominabile come azione complessa cioè producente effetti su altri, generatrice di cambiamenti ed è considerata come un fenomeno sociale più ampio ed attuale dell’educazione e si rivela sostanzialmente altra cosa rispetto all’educazione. La storia degli uomini e fatta di eventi formativi, i quali costituiscono l’oggetto di una scienza della formazione che non si configura più come studio teorico sulle scienze dell’educazione (pedagogia), ma come teoria-pratica-fenomeno sociale.

La formazione gode di due accezioni:

  1. Azione di sviluppo (di un essere umano su un piano fisico, intellettuale, morale, sociale) e risultato di tale azione;
  2. Bagaglio di conoscenze teoriche, pratiche, indispensabili all’esercizio di una professione o di un ruolo sociale.

La formazione risente di forti compromissioni socio culturali e risulta pertanto caratterizzata da :

  1.  frammentazione e specialismi, da gerarchie della sua organizzazione contemporanea, da procedure della sua legittimazione.

2. la formazione vista come processo di avviamento e “manutenzione” di ruoli professionali e sociali e si trova a fare i conti con le istanze di flessibilità, di competitività, di efficienza.

3. la formazione vista come processo di sviluppo personale, che si trova di fronte le difficoltà dei soggetti a garantire la propria “continuità” individuale, nella pressione delle interazioni ambientali e sociali, a reggere alla complessità.

In questa società della conoscenza la formazione – proprio per il fatto di emergere come bisogno e come istanza radicale di ricomposizione dell’umano dalla divisione del lavoro cognitivo – si afferma come l’unica possibilità ricorsiva di autorealizzazione e di orizzonte di senso per la stessa società della conoscenza. Il concetto di “sviluppo personale” è forse il più ricorrente nel discorso pedagogico-formativo. Esso denomina insieme l’obiettivo, il processo e il risultato dell’azione “autenticamente” formativa. Una formazione intesa come “sviluppo personale” si può collegare a esigenze quali saper essere, saper scegliere, saper divenire, meta-qualità, coscientizzazione, autoconsapevolezza, ricerca. Se queste esigenze, tramite la formazione, si concretizzano, la formazione ha realizzato gran parte dello sviluppo personale atteso dall’individuo, altrimenti si ha solo giustapposizione, informazione, estrinsecità.

Per approfondimenti vedi

RITA MINELLO, Parte Prima: Traguardi, Modelli, Euristiche Teorie, Modelli dei Processi Educativi, Modulo 6: Il Senso della Formazione: Linee teoriche e interpretative per il formatore e l’educatore.