di Elisabetta Patruno

Le caratteristiche dell’attuale società complessa, competitiva, imprevedibile, contraddittoria fortemente destabilizzata da fenomeni molteplici, tutti allarmanti che infondono sempre più il senso della debolezza del genere umano, disarmato, in tempi recenti, anche dalle catastrofi naturali, dal fenomeno “Isis” dalla perdurante crisi economica, dai risvolti negativi della globalizzazione, lanciano all’educazione un appello chiaro: la conoscenza quale pre-requisito perle abilità verso lo sviluppo della persona è l’unica risorsa inesauribile di cui può disporre l’uomo ai fini di una forte identità personale, tale da consentirgli di essere sempre autonomamente se stesso. Tale appello era già stato raccolto dal Rapporto Cresson che aveva suggerito ai sistemi di istruzione di puntare alla conoscenza come strategia per la partecipazione e la cittadinanza. Di qui l’esigenza di competenze nelle tecnologie dell’informazione e delle lingue straniere dello spirito di iniziativa, dell’imparare ad apprendere autonomamente per tutta la vita della capacità di aggiornamento ed approfondimento delle proprie competenze (lifelong learning). Si tratta in realtà di sviluppare il senso della cittadinanza intesa come condizione di un soggetto che appartiene aduna comunità (Stato, città) e che, per questo è portatore di specifici diritti e doveri di cui l’acquisizione salda dell’identità in termini di cittadinanza consentono l’esercizio consapevole. Essere veri cittadini, vuol dire, allora essere autonomamente e criticamente se stessi. Si tratta, cioè,di essere capaci di consenso critico e dissenso costruttivo,ossia di autonomia di giudizio e di competenze trasversali che solo apprendimenti efficaci possono garantire. La necessità di assicurare un insegnamento di qualità è diventata uno degli obiettivi chiave del quadro strategico della Commissione europea per la cooperazione nel settore dell’istruzione e della  formazione (“ET 2020”). L’obiettivo strategico “Migliorare la qualità e l’effi­cacia dell’istruzione e della formazione” indica negli insegnanti le figure chiave per l’innalzamento della qualità dei sistemi educativi: gli Stati membri sono quindi chiamati a sostenere adeguatamente la formazione iniziale e continua dei propri docenti a tutti i livelli di istruzione e formazione, per assicurare un’offerta formativa che prepari gli studenti all’ingresso nel mondo del lavoro e contribuisca alla crescita della società. Dalla lettura dei documenti europei si evidenziano alcuni aspetti comuni alla gran parte dei paesi membri come la richiesta di livelli sempre più alti di formazione iniziale per futuri docenti, l’importanza crescente attribuita alla funzione del mentoring per i nuovi insegnanti, la tendenza crescente nelle scuole dell’Unione europea ad offrire ai propri insegnanti piani di sviluppo professionale, la consapevolezza diffusa di adottare misure per attrarre e avviare i giovani alla professione docente, che risente di un generale “invecchiamento”e l’affidamento della responsabilità per la valutazione degli in­segnanti ai capi di istituto.

Nella maggioranza dei paesi, le linee guida a livello centrale indicano che i programmi di formazione iniziale degli insegnanti devono sviluppare le conoscenze e le abilità relative alla ricerca educativa. La formazione iniziale può essere organizzata in molti modi, ma generalmente include una componente generale e una componente professionale. La componente generale si riferisce ai corsi dell’istruzione generale e alla padronanza di una o più materie che gli aspiranti docenti insegneranno una volta qualificati . La parte professionale fornisce ai futuri insegnanti le competenze teoriche e pratiche necessarie per insegnare e include tirocini in classe. Si possono distinguere due principali modelli di formazione iniziale degli insegnanti in base a come queste due componenti sono combinate. La componente professionale può essere offerta insieme alla componente generale (modello simultaneo) o dopo di essa (modello consecutivo). Ciò significa che, secondo il modello simultaneo, gli studenti sono coinvolti nella formazione specifica degli insegnanti fin dal l’inizio del loro programma di istruzione terziaria, mentre nel modello consecutivo ciò avviene dopo o verso la fine del loro percorso di studi. I quadri delle competenze degli insegnanti possono essere considerati delle dichiarazioni su ciò che un insegnante deve conoscere o saper fare. Pertanto contengono una descrizione delle abilità e delle competenze che un insegnante deve possedere.  Ciononostante, il formato, il valore e il riconoscimento di questi quadri varia notevolmente. In genere queste dichiarazioni delle competenze auspicabili includono aree come la conoscenza  pedagogica e della materia, competenze di valutazione, abilità di lavorare in gruppo, abilità sociali e interpersonali necessarie per l’ insegnamento, consapevolezza delle questioni relative alla diversità, competenze di ricerca e competenze organizzative e di leadership. Una leadership che promuova e rinforzi in ogni alunna e alunno, la necessità di compiere esperienze che, in qualche modo, soddisfino i fondamentali bisogni di sicurezza, di iniziativa e di autonomia indispensabili per la risoluzione dei difficili problemi che il mondo moderno pone loro davanti. Per questo motivo ogni insegnante, ogni educatore deve, con profondo senso di responsabilità, porre un forte accento sulla valorizzazione e la formazione di ciascun alunno, che deve essere considerato innanzitutto un uomo ed un cittadino, portatore di un sostanziale diritto e dovere educativo che gli consente una partecipazione cosciente e responsabile alla vita democratica e civile del proprio Paese.