di Elisabetta Patruno

Tratto dall’intervento di Giorgio De Rita al Seminario Interregionale sulle Indicazioni Nazionali Capo Vaticano 25 Maggio 2023 (Dal 2014 Segretario Generale della Fondazione Censis, Centro studi investimenti sociali.)

Viviamo in una società sostenibile, il cui assetto è ibrido. Gli anni della Pandemia ci hanno spinto ad assumere un atteggiamento combinatorio per superare gli innumerevoli ostacoli a cui eravamo sottoposti. Oggi le cose stanno cambiando, variano i modelli e gli scenari socio, economici e culturali che inducono ad acquisire un comportamento differente dal passato in cui la società italiana consumava e viveva il benessere ottenuto negli anni del boom economico. Non solo ma una buona parte della società italiana era passata da un modello di consumo a un modello di risparmio, che ha costituito per anni una fonte di rassicurazione sociale per tutti tra welfare statale e welfare privato.

Cosa è successo? C’é stato un cambio di rotta?

Il tasso di inflazione degli ultimi due anni, ha rotto questo equilibrio e questo ha condotto a modificare le prospettive economiche e sociali : si è ritornati al modello combinatorio (risparmio e consumo) che aumenterà sempre di più i divari territoriali e le disuguaglianze sociali.

Allora viene da domandarsi: cosa vince? Cosa aiuta in un sistema precario?

La governance intelligente!

Bisogna avere cura della propria città, del proprio territorio, delle proprie cose, partendo dai problemi strutturali e attivando “il coraggio nel futuro”. GOVERNARE PER GENERARE!

Il nostro Paese sta vivendo una seconda transizione (la prima è quella ecologica), cioè quella del RECUPERO DI UNO SPIRITO DEL FUTURO, di un allontanamento dal passato (che serve ed aiuta ad interpretare il presente), di una generazione di speranza, presente soprattutto nei nostri giovani. I ragazzi, più di ogni altra componente della società, hanno visto cambiare in modo radicale le proprie abitudini: la pandemia ha azzerato le occasioni di socialità, ha aggravato le disuguaglianze sociali, ha reso più difficile l’accesso a un’istruzione di qualità e la costruzione di percorsi lavorativi sicuri.

Il terzo elemento determinante del progresso è la MISURA delle politiche scolastiche, dei processi, degli avvenimenti, delle azioni umane. Avere il senso e la misura delle cose aiuta la governance a costruire e progettare una società capace di rispondere ai bisogni degli individui, di garantire una migliore qualità di vità, di assicurare progessi generativi.

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