di Elisabetta Patruno

Le teorie psicopedagogiche relative al comportamentismo, al cognitivismo, al costruttivismo, vedono nella partecipazione del soggetto alla costruzione della conoscenza, l’elemento fondamentale per l’acquisizione di competenze lungo l’arco della vita, spendibili nella vita personale e nel mondo del lavoro.

I processi di globalizzazione, di diffusione dei saperi formali, non formali e informali, di utilizzo delle nuove tecnologie, hanno allargato il panorama culturale, formativo e dell’istruzione, tali da porre la società di fronte a nuove sfide e guidare gli Stati membri nell’adozione di politiche comuni.

Sfide che in molti documenti europei ( Rapporto Delors, Libro bianco di Cresson, Raccomandazioni europee 2018, Agenda 2030) sono da considerare emergenti, prioritarie allo “sviluppo, sostenibile, equo e solidale” di un’Europa considerata inclusiva, intelligente e sostenibile.  La competizione culturale degli Stati si gioca all’interno del sistema di istruzione e formazione nazionale. La scuola in tal senso è considerata il luogo privilegiato dello sviluppo integrale della persona (Indicazioni Nazionali 2012), del contrasto alla dispersione scolastica e al disagio giovanile, dell’innalzamento dei livelli di apprendimento e del successo formativo (Legge 107/15).

Successo perseguibile attraverso una didattica innovativa, basata sull’uso consapevole  di metodologie attive, miranti alla personalizzazione dei percorsi, al protagonismo degli studenti, ai processi di inclusione. Molteplici le nuove metodologie (Vedi Piano Nazionale Scuola Digitale, Ambienti di apprendimento/Linee guida OCSE luglio 2018)) come flipped classroom, cooperative learning, service learning, Learning by doing, classi virtuali che facilitano il processo di insegnamento-apprendimento, stimolano la motivazione alla conoscenza e aumentano le prestazioni meta-cognitive di ciascuno.

Un ruolo strategico nella promozione di innovazione didattica, culturale e sociale, compete al dirigente scolastico che, in qualità di leader educativo (Damiano) ed innovativo, indica il sentiero da seguire, stimolando e supportando i docenti, ad usare la scuola come un laboratorio permanente di ricerca-azione. Laboratorio nel quale acquisire pensiero critico, orientarsi verso il progetto di vita, sviluppare personalità e identità, costruire relazioni emotive forti, supportate da “intelligenze collettive” (Gardner). L’uso delle Reti e del rapporto con il territorio è strumento fondamentale, riconosciuto nella norma, per facilitare i processi di inclusione, di ampliamento dell’offerta formativa, in funzione della qualità del servizio scolastico.