di Elisabetta Patruno

Cos'è un ambiente di apprendimento? Dalla pratica alla teoria – Apprendere  sempre

Ambienti di apprendimento per lo sviluppo delle competenze.

Per ambiente di apprendimento si intende uno “spazio d’azione” entro il quale si realizza l’apprendimento meta-cognitivo, relazionale, sociale, culturale della persona.

Secondo riferimenti pedagogici normativi* gli spazi di apprendimento mirano alla sperimentazione meta-cognitiva dei saperi, all’acquisizione di competenze di problem-solving, alla capacità di ricerca-azione dell’alunno guidato dal docente. Un docente che deve essere tutor, mentore, guida, facilitatore dei processi cognitivi, comportamentali messi in atto nell’azione dell’apprendere.

Nelle ultime Linee guida della Commissione europea del 13 aprile 2018 “Linee guida per il ripensamento e l’adattamento DEGLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO A SCUOLA”, l’OCSE definisce gli “spazi educativi” come spazi fisici che supportano molteplici programmi di insegnamento e apprendimento e metodi didattici diversi, incluse le attuali tecnologie.

In senso stretto, un ambiente di apprendimento fisico è visto come un’aula convenzionale mentre, in senso ampio, è inteso come un insieme di contesti educativi formali e informali in cui l’apprendimento si svolge sia all’interno che all’esterno delle scuole, promuovendo il ruolo attivo del discente.

A livello globale, vi è un crescente interesse per i progetti che riguardano lo sviluppo e l’utilizzo di spazi di apprendimento. Sebbene tale tema non sia nuovo, esso viene adesso analizzato sotto una luce diversa anche a causa dei cambiamenti dovuti alla crescente diffusione e affidabilità delle tecnologie. Le discussioni sull’adattamento degli spazi di apprendimento devono sempre più spesso affrontare questioni relative alle mutate caratteristiche dello studente di oggi, che può utilizzare dispositivi digitali personali dentro e fuori l’aula, per accedere a risorse e creare prodotti che sono innovativi, professionali e facilmente condivisibili. E’ necessario dunque l’adozione di nuove metodologie didattiche (flipped classroom, cooperative learning, byod, peer to peer…) che favoriscano la “personalizzazione dell’apprendimento” in un’ottica di promozione e successo formativo.

In un’ottica di innovazione e sperimentazione, il dirigente scolastico, quale garante educativo e istituzionale del diritto all’istruzione, adotta strategie nuove per rendere competitivo e di qualità il servizio erogato. Una delle azioni da percorrere è rendere la scuola un laboratorio di ricerca-azione (Legge 107/15), dentro il quale l’interdisciplinarietà, la trasversalità del curricolo garantiscono l’acquisizione di competenze chiave lungo l’arco della vita, spendibili nella vita personale e nel mondo del lavoro. D’altronde come diceva Rita Levi Montalcini “Nessuno sforzo appare più importante per il futuro del genere umano di quello diretto al recupero di attitudini critiche”.

*(Indicazioni nazionali 2012, Linee guida 87/88/89 dei Lice, Tecnici, Professionali/Nuovi scenari 2018 e le ultime Linee guida europee di Luglio 2018 sui Nuovi spazi di apprendimento)