Dal convegno omonimo del 01/10/2021- MIUR

articolo di Elisabetta Patruno

Intervento di Pier Cesare Rivoltella

SCENA DI COMUNICAZIONE ATTUALE

La quarta ondata (CAPITALISMO DELLA SORVEGLIANZA) nello sviluppo ed evoluzione dei media, caratterizza il nostro momento sociale di sviluppo di ina nuova tecnologia. Guardando alle diverse ondate dello sviluppo tecnologico, possiamo dire che dopo l’invenzione del telegrafo si avvia la prima ondata tecnologica caraterizzata dalla società di massa e comunicazione di massa. La secondda ondata è quella che parte dall’invenzione del cinematografo passa poi attraverso l’invenzione del telegrafo senza fili, della radio. Il passaggio è alla centralità e al protagonismo dell’audiovisivo. La terza ondata ha a che fare con l‘avvento di Internet, con la rivoluzione di Internet e con le trasformazioni che la rivoluzione di Internet porta nell’eco sistema sociale e culturale.

Oggi siamo al tempo della cosiddetta quarta ondata, carattterizzata da alcune fenomeni:

  • LA PIATTAFORMIZZAZIONE. Le piattaforme sonoi nuovi protagonisti di quessta rivoluzione tecnologica, sono un nuovo sistema per aggregare i contenuti, rappresentano un nuovo stile di consumo e soprattutto dietro le piattaforme lavorano gli algoritimi e quindi diventano uno spazio per commerciare i dati.
  • LA MEDIATIZZAZIONE. Caratterizzata dalla polverizzazione dei media, la loro scomparsa su Internet, e dalla loro invasività nella vita quotidiana individuale.

Nel Manifesto“THE MEDIA EDUCATION ” di David Buckingham, vi è un invito, nel processo di mediatizzazione, ad avere una visione/immagine più larga (BIG PICTURE) di quello che noi abitualmente riteniamo controllabile. Le domande da porsi sono:

-per quanto tempo vengono usati i media

– cosa viene guardato

Non basta educare il bambino all’uso corretto del mezzo, occorre ripensare il pensiero critico, occorre ripensare alle forme da utilizzare per sviluppare nei bambini e nei ragazzi criticità di pensiero. Sviluppare il pensiero critico per costruire cittadinanza consapevole non è più sufficciente, la cittadinanza digitale oggi deve essere corresponsabile.

Il problema non è più il governo del mezzo, il problema sono gli algoritmi Il problema è cosa gli algoritmi fanno con i nostri dati. Sono possibili due operazioni:

  1. ridefinire lo sviluppo del pensiero critico. Infatti fino a quando si poteva esercitare il pensiero critico su forme testuali tradizionalmente intese, gli oggetti si vedevano ma i dati e gli algoritmi non si vedono, pertanto organizzano i nostri valori in forma discontinua rispetto alle forme testuali. Ne consegue che è indispensabile ripensare alle modalità che nei ragazzi sviluppano pensiero critico.

2. Sviluppare pensiero critico per costruire cittadinanza consapevole non è più sufficiente. La cittadinanza digitale deve essere fatta di responsabilità e di resistenza.

Di responsabilità perché in una società mediatizzata, tutti siamo autori e produttori di messaggi e non solo lettori. Quindi non basta solo il pensiero critico quando si tratta di sviluppare senso di cittadinanza nel momento in cui occupiamo lo spazio pubblico con i nostri contenuti, ci vuole responsabilità, E’ la frontiera etica della media education.

La resistenza ha invece a che fare con la cittadinanza attiva: sia il pensiero critico che la cittadinanza in fondo rispondono a una prospettiva individuale. La resistenza dice di farsi carico dell’altro, dice di una militanza attiva ( l’atteggiamento di mobilitazione permanente che con coscienza politica, si fa carico anche degli altri).

Ecco allora la sfida che ci attende, checi chiede di togliere lo sguardo dall’ovvio, da ciò che probabilmente il capitalismo digitale ha tutto l’interesse a farci credere e cioè che basti governare i mezzi.

GOVERNARE GLI STRUMENTI NON BASTA PIU’.