di Elisabetta Patruno

L’articolo invita i lettori a riflettere sull’ideale formativo greco arcaico, che, pur lontano da quello proposto dall’odierna forma di civilizzazione, non ha mai cessato di esercitare un forte fascino su chi si è accostato alla lettura dell’Iliade e dell’Odissea.

“Qui per la prima volta l’educazione divenne cultura, cioè formazione dell’intera personalità secondo un tipo fisso”.

“L’eroe stesso è l’uomo non mai a corto di saggi consigli, che in ogni situazione sa trovare le parole opportune”.

Riflettendo sull’ideale del modello umano che si trova al centro dell’educazione greca , mi sono soffermata su due concetti differenti tra loro che esprimono la finalità dell’azione educativa ai giorni nostri in continuità con il passato. L’educazione diviene cultura quando al centro del suo agire si pone la  formazione e l’istruzione dell’intera personalità umana, cioè quando l’atto educativo non prescinde dal tener conto di tutte le esperienze formali e non che abbiano una significatività per chi le ha vissute. L’educazione diventa cultura dunque quando valorizza l’esperienza, i valori di un territorio, le tradizioni di una comunità  che formano la persona nella sua integrità. Naturalmente nella formazione bisogna fornire gli strumenti necessari che permettono all’uomo di diventare l’eroe di se stesso, cioè di essere un individuo capace di risolvere qualsiasi situazione, strumenti che li consentono “di affrontare e sconfiggere nemici preponderanti”. Nel caso di Achille la forza e il coraggio, nel caso di Ulisse l’astuzia. Io direi nel caso di ogni uomo la fiducia in se stessi, nelle proprie capacità e nella voglia di saper vincere …sempre.

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