Scuola primaria, giudizi e non più voti!

di Elisabetta Patruno

Giudizi e non più voti: è questo il nuovo scenario per la valutazione finale degli studenti della scuola primaria, reso ufficiale con la nota del Ministero dell’Istruzione numero 1515 dello scorso 1 settembre. Una prospettiva rivoluzionaria, già resa effettiva durante il lockdown con il decreto Scuola, che spinge i docenti a valutare i propri studenti non i base a numeri ma secondo una visione più globale del lavoro degli alunni, esprimendo un giudizio sul lavoro svolto durante l’intero anno.

Stando alla nota si chiarisce che “in deroga all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, dall’anno scolastico 2020/2021, la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione”.

La norma, attualmente, nulla dispone per quanto concerne la valutazione intermedia, che resta dunque disciplinata ai sensi dell’articolo 2, comma 1 del Dlgs 62/2017 e dunque con votazione in decimi”. Si tratta, dunque, di una difficoltà non indifferente per i docenti che dovranno riuscire a convertire un numero di marzo in un giudizio finale a giugno.

L’emendamento prevede che nella scuola primaria i bambini non possano essere considerati dei numeri. Dare un 4 può essere un macigno pesante da comprendere mentre una valutazione più complessiva prende in considerazione le caratteristiche del bambino. Ovviamente vanno trovate le parole adeguate e la valutazione va fatta in termini di giudizio sintetico.

Il giudizio tiene conto della specificità e della individualità di ogni singolo alunno– aggiunge – mentre il voto numericospesso rischia di livellare e rendere tutti uguali.

A mio avviso il ritorno ai giudizi al posto dei voti è solo un’illusione di cambiamento, se nella realtà non vi è una reale volontà di condivisione dei criteri e procedure valutative specifiche e di un rigoroso monitoraggio della loro relativa applicazione. Resta inteso che una valutazione “giusta”, “equa”e “trasparente” necessita di ulteriori elementi di cui le Scuole autonomamente dovrebbero farsi carico: descrittori disciplinari, modalità e tempi delle verifiche.

https://www.pugliausr.gov.it/index.php/ordinamenti/1-ciclo-istruzione/19965-24246-2020