di Paola Serafin (Dirigente scolastico, Presidente IRSEF-IRFED)

Formazione e aggiornamento permanente delle figure di sistema e dei docenti di ruolo, strutturata in percorsi di durata almeno triennale, a partire dall’anno scolastico 2023/2024: è questo uno dei tanti effetti innovatori del PNRR sulla scuola, una scadenza non rinviabile e ormai pressante per una rivoluzione attesa ma anche ricca di incognite.

Formazione volontaria e incentivata (FOVI)

Quest’anno scolastico deve dunque essere introdotta per i docenti la formazione volontaria ed incentivata (FOVI) nell’ambito della formazione continua prevista per tutto il personale.

Il docente potrà scegliere volontariamente di frequentare tre cicli triennali di formazione e, a seguito di valutazione positiva, dopo ben nove anni, può essere stabilmente incentivato secondo la previsione dell’art. 16 ter c. 4 bis del Dlgs 59/2017.

Nell’ambito di un sistema di progressione di carriera che, una volta a regime, sarà precisato in sede di contrattazione collettiva, il docente formato maturerà il diritto ad un assegno annuale ad personam che si sommerà al trattamento stipendiale in godimento. Potrà accedere al beneficio un contingente di docenti non superiore a 8.000 unità per ciascuno degli anni scolastici 2032/2033, 2033/2034, 2034/2035 e 2035/2036[1].

Linee triennali per la rinnovata formazione del personale scolastico  

È questo il contesto nel quale la scorsa settimana la Scuola di alta formazione per l’istruzione (SAFI) ha presentato la bozza delle Linee triennali di indirizzo per la formazione del personale scolastico, non limitandosi però alla sola FOVI ma fornendo una cornice interpretativa per tutte le azioni di formazione del personale, con l’obiettivo di creare un sistema formativo coerente, libero dalla frammentarietà degli anni passati.

La bozza affronta in ben 81 pagine la formazione iniziale dei docenti, la formazione continua, inclusa quella volontaria e incentivata, la formazione dei dirigenti scolastici e del personale ATA, anche durante il periodo di prova.

Non viene trascurata l’importanza dell’informazione e della formazione delle famiglie, né la necessità di una formazione trasversale che coinvolga le diverse figure all’interno della comunità educativa. Seguono approfondimenti dedicati all’analisi, alla progettazione, al monitoraggio e alla valutazione dei programmi formativi. Infine, vengono forniti un modello per la descrizione da parte delle scuole del progetto formativo da inserire nel PTOF. mentre le competenze professionali delle diverse tipologie di personale scolastico vengono indicate in una serie di Allegati. Questi ultimi saranno utilizzati per l’autovalutazione e raccolta dei bisogni formativi.

L’annosa questione della formazione del personale scolastico

Era ben noto che vi fosse all’orizzonte la necessità di sciogliere i nodi della formazione e della carriera del personale scolastico, rimasti estremamente aggrovigliati pur con l’emanazione del DL 36/2022. Il tema viene da lontano perché da molti anni si discute circa la necessità di un riordino della formazione del personale della scuola, tanto da divenire oggetto di una delle Riforme nel contesto della Missione 4 Componente 1 del PNRR.  La Riforma 2.2 prevede infatti la creazione di una Scuola di alta formazione e la formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti, personale tecnico amministrativo. La piena attuazione della riforma deve avvenire entro il 2025. La traduzione normativa di quanto previsto nel PNRR è avvenuta con il DL 36/2022 e la successiva conversione in legge, sebbene alcuni aspetti abbiano assunto nella norma linee operative leggermente diverse da quanto espresso nel PNRR.  

La S di SAFI: scuola o struttura?

Nella identità della SAFI definita dalla norma sembra infatti essere del tutto residuale la dimensione di Scuola, così come originariamente descritto nella Riforma 2.2. che prevedeva corsi erogati on line dalla stessa SAFI[2]. Questa dimensione era stata nel PNRR anche esplicitamente rafforzata: “la Scuola svolgerà funzioni di indirizzo e coordinamento dell’attività formativa, che si svolgerà solo on line, per tutto il personale scolastico”[3].

Invece, il disegno del DL 36/2022 fa pensare più ad una Struttura di indirizzo, monitoraggio e controllo sulle Istituzioni scolastiche che ad una Scuola e, conseguentemente, anche nella bozza delle Linee triennali di indirizzo gli aspetti formativi di una offerta didattica erogata dalla SAFI sembrano essere al momento assenti. Un vero peccato: un’offerta fortemente qualificata a livello centrale avrebbe ben potuto affiancare e coadiuvare l’impegno delle istituzioni scolastiche nella formazione del personale, arricchendo le possibilità e le occasioni di miglioramento professionale. Speriamo che questa dimensione possa essere pienamente recuperata.

Un buon punto di partenza?

Le Linee di indirizzo sposano un modello organizzativo basato sulla sussidiarietà. La SAFI dichiara di voler lavorare “non per la scuola, né tanto meno sulla scuola e sui suoi diversi operatori ma solo e soltanto con la scuola, con tutti i suoi operatori, in uno scambio reciprocamente vantaggioso”[4]. È un approccio che riconosciamo senz’altro positivo, fondato sull’analisi dei bisogni formativi di tutto il personale. In tal modo le istituzioni scolastiche rimangono protagoniste per intervenire con adeguati progetti formativi sulla promozione delle competenze che siano risultate maggiormente carenti o discontinue.

Un buon punto di partenza, dunque, anche se queste premesse sembrano indebolirsi quando nella parte dedicata all’analisi del contesto esterno e del ruolo degli stakeholder si afferma che per costruire una politica formativa efficace occorre partire da una attenta analisi degli interessi e delle percezioni degli stakeholder[5]. L’espressione “occorre partire” e la priorità attribuita lasciano più di un dubbio. È un punto delicato e fondamentale anche perché in questi anni abbiamo talvolta visto crescere la domanda individuale delle famiglie rispetto alla considerazione delle esigenze della Comunità scolastica e al necessario contemperamento degli interessi singoli con il bene comune.

Chi fa cosa?

L’azione della SAFI deve necessariamente sostenersi ed appoggiarsi al quadro normativo vigente, al quale imprimere nuove letture ed interpretazioni. Nello stesso tempo occorre definire il confine tra le competenze operative che la SAFI si attribuisce nelle Linee di indirizzo e i restanti attori del processo (Indire, Invalsi, MIM, USR, istituzioni scolastiche, parti sociali).

Si tratta di una vera sfida, di un percorso complesso, perché nei decenni si sono moltiplicate le azioni di regolazione per la formazione del personale scolastico. Su questo quadro talvolta disomogeneo, sono intervenuti anche modelli e format, dai materiali Indire per i docenti neoassunti, al format per l’autovalutazione del dirigente scolastico all’interno del Sistema nazionale di valutazione. Il sistema di autovalutazione delle scuole e i Piani di miglioramento hanno assunto sempre maggiore rilevanza. Questi aspetti non sono richiamati nelle Linee di indirizzo, negli Allegati non sempre sono assunte le indicazioni che potevano essere tratte dal lavoro di ricerca condotto in questi anni da Indire o dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione.  Anche l’impianto della legge 107/2015 e le competenze del MIM nell’individuare le priorità formative mediante il Piano nazionale di formazione, sembrano non trovare spazio nel nuovo assetto, mentre non mancano incursioni in materia di formazione nel periodo di prova, anche oltre le previsioni contrattuali e normative.

Il ruolo (rinviato) delle parti sociali

Il DL 36/2022 prevede competenze affidate alla contrattazione collettiva rispetto agli aspetti retributivi, ai criteri del sistema di incentivazione e alla definizione del numero di ore aggiuntivo rispetto alla formazione continua. La contrattazione su questi aspetti non è stata neppure avviata e pertanto la SAFI procede facendo riferimento all’allegato B annesso al DL 36/2022 e prevedendo per la formazione continua incentivata percorsi annuali di 40 ore.

Tuttavia, l’ipotesi di CCNL Istruzione e Ricerca, in fase di prossima definitiva sottoscrizione, non solo assegna al confronto e alla contrattazione un preciso ruolo rispetto ai criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale e per la definizione degli obiettivi, ma prevede che le attività di formazione rientrino nel computo delle 80 ore funzionali e che altrimenti siano riconosciute utilizzando risorse MOF.  Si determinano perciò problemi di competenza rispetto al ruolo delle parti sociali e anche di carenza di finanziamenti, poiché l’attuale consistenza del MOF difficilmente potrà assolvere a queste esigenze. Sottolineiamo che le OO.SS. hanno chiesto l’attivazione del Confronto sulle Linee triennali di indirizzo, proponendo numerosi emendamenti al testo presentato in bozza, che quindi potrebbe essere suscettibile di revisione e modifiche.

Le famiglie e la formazione del personale

Nelle Linee di indirizzo si insiste molto, forse troppo, sul ruolo delle famiglie nel contesto della formazione del personale, nonostante la normativa non abbia assegnato una particolare competenza alla SAFI su questi aspetti. Le Linee di indirizzo chiedono alle scuole di impegnarsi nella informazione alle famiglie sulla funzione e significato dell’E-portfolio degli studenti, sulla flessibilità organizzativa, circa l’impiego produttivo del digitale, l’orientamento scolastico e professionale, ecc. ma suggeriscono anche “il coinvolgimento dei genitori nella conoscenza delle nuove norme riguardanti la formazione iniziale, il concorso di selezione e l’anno di prova e di formazione dei docenti neoassunti, nonché́ della loro formazione in ingresso e continua (obbligatoria e volontaria incentivata)”[6], sino a prefigurare persino un discutibile “controllo diffuso sull’operato nei territori, a partire dalle famiglie”[7].

Il Portfolio

Nelle Linee di indirizzo viene introdotto l’uso del Portfolio per tutto il personale, facendo riferimento al decreto 277/2022 a firma del Ministro Bianchi. Il decreto è stato adottato senza informazione alle Organizzazioni sindacali e concerne il modello di valutazione dei percorsi formativi. Nel decreto è scritto che “al fine di promuovere accanto alla valutazione sommativa, una valutazione formativa, che investa sullo sviluppo professionale, con la collaborazione della Direzione generale per il personale scolastico e della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione di questo Ministero, la Scuola di Alta Formazione procede all’elaborazione di un Portfolio docente”[8]. Nelle Linee di indirizzo però questo strumento viene reso operativo per tutto il personale.

Attività di valutazione della SAFI

Ulteriori problematiche sono rilevabili per l’attività di valutazione esercitata dalla SAFI. Ad esempio, Le Linee triennali di indirizzo prevedono che la SAFI “verifica, a campione, la congruenza tematica, metodologica, didattica e valutativa dei piani triennali dell’offerta formativa elaborati dalle scuole[9]mentre la norma non sembra attribuire poteri di verifica sui PTOF delle istituzioni scolastiche quanto sugli obiettivi formativi dei percorsi di formazione in servizio del personale. Altrettanto occorre segnalare rispetto all’ambizione espressa nelle Linee di indirizzo circa la modifica dei criteri di valutazione del servizio o di superamento dell’anno di prova.

Ombre e luci

Come abbiamo visto in questa rapida rassegna, le Linee triennali di indirizzo presentano molte ombre ed alcune luci. La difficoltà nel definire le competenze della SAFI nel quadro già molto strutturato dai precedenti interventi normativi, le incursioni in assetti ben definiti come la formazione del personale neoassunto, il mancato avvio della contrattazione con le parti sociali, le cui competenze sono ripetutamente richiamate dalla norma, rischiano di ostacolare la portata dell’innovazione in corso e di ridurne l’impatto. Sarebbe stato invece opportuno costruire le Linee di indirizzo in anticipo rispetto alle scadenze incombenti, avvalendosi delle opportunità offerte da un dialogo approfondito con le parti sociali e con le associazioni professionali, tanto più per una riforma così rilevante per la vita della scuola. L’augurio è che questo possa avvenire ora, pur nei tempi così contratti.


[1] Vedi anche di Mariella Spinosi: “Formazione incentivata e carriere”., Scuola7-293, 20 febbraio 2022.

[2] “La Scuola di Alta Formazione sarà una struttura leggera e sarà funzionale all’erogazione on line dei corsi di formazione dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale” PNRR Riforma 2.2. M4C1.2

[3] PNRR, cit.

[4] SAFI, Bozza Linee triennali di indirizzo per la formazione del personale scolastico, pag. 7.

[5] SAFI, cit., pag. 7.

[6] SAFI, cit., pag. 21.

[7] SAFI, cit., pag. 8.

[8] DM 277/2022, art. 4.

[9] SAFI, cit., pag. 30.