verso una didattica interculturale

INTRODUZIONE: L’EDUCAZIONE INTERCULTURALE NEL PANORAMA SCOLASTICO EUROPEO E ITALIANO

L’Educazione Interculturale nasce dalla consapevolezza che il processo educativo deve sostenere lo sviluppo di ogni uomo nella sua identità, specificità, originalità, per orientarlo verso forme di convivenza sociale responsabili, attive e solidali. Crescita culturale e integrazione sociale costituiscono i fini della pedagogia interculturale. La storia della pedagogia interculturale affonda le sue radici sul bisogno di trovare una risposta alle urgenze educative e di vita dei profughi e dei migranti, dunque nasce come pedagogia per stranieri, legata alla necessità di definire norme giuridiche che possano tutelare socialmente, economicamente, tutti coloro che si trovavano in tali situazioni di svantaggio. La nascita dell’Unione europea e la firma del trattato di Maastricht1 ha visto il coinvolgimento e la partecipazione attiva nei processi di democratizzazione, di tutti gli Stati membri chiamati a garantire i diritti umani e a tutelare la diversità nelle sue diverse dimensioni. La mobilità umana, la presenza di differenti etnie in Europa e nel mondo, l’utilizzo di nuove tecnologie, la richiesta dal mercato del lavoro di nuove figure professionali, sono elementi che favoriscono la collaborazione e la convivenza. Per questo motivo parliamo di dimensione planetaria delle culture, una dimensione che dia risposta ai bisogni emergenti di una nuova società multietnica, globalizzata, complessa e fluida. Di conseguenza la pedagogia interculturale ha dovuto ridefinire i paradigmi educativi in una prospettiva aperta, dinamica, flessibile, capace di reinventarsi e stare al passo con i tempi. Lo sviluppo teorico che mette insieme più temi, in primis l’educazione alla pace, l’educazione ambientale e l’educazione interculturale, ha inizio negli anni’70, quando la cultura del dialogo ha aperto il mondo della ricerca e il mondo della scuola al valore della differenza, sottolineando che accettare la diversità, la pluralità etnica e culturale significa considerarla un’occasione di verifica, di integrazione, di arricchimento, di completamento, di vivere civile in un contesto di riconoscimento di valori universalmente ed umanamente apprezzati.

Perciò la cultura della diversità e il diritto alla diversità diventano fattori di confronto e di crescita educativa e democratica per ogni persona partecipe del processo educativo.

Nell’articolo di Patrizia Panarello, docente dell’Università degli Studi di Messina, dal titolo “L’Educazione Interculturale come Educazione Globale” si legge:

“l’Educazione Interculturale è “un’educazione che apre gli occhi ai cittadini sulle realtà del mondo e li impegna a partecipare alla realizzazione di un mondo più giusto e più equo, un mondo di diritti umani per tutti”2

Si noti come le indicazioni offerte dal testo, sottolineano l’importanza della coesione sociale in un’ottica di sostenibilità umana. Gli interventi fatti ai fini della realizzazione delle uguaglianze delle opportunità educative costituiscono occasione di maturità per tutti, purché la diversità sia vissuta come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante.

Considerando la dimensione prioritariamente sociale del problema dell’integrazione degli alunni appartenenti ad altre culture, la ricerca dei possibili interventi si riferisce sia all’alunno straniero sia a quello italiano e a tutta la realtà sociale. Un primo riferimento esplicito alla dimensione interculturale dell’educazione è contenuto nella Circolare ministeriale n. 205 del 26 luglio 19903, ove si parla di scuola che deve condurci al confronto con l’Europa e con il mondo intero, sottolineando come l’educazione scolastica non possa prescindere da un confronto con i problemi del lavoro, dei diritti di cittadinanza e con quelli del senso della vita comunitaria, sociale e delle responsabilità di ognuno che ve ne fa parte. Nelle “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri”4 si indica come l’Italia abbia scelto di realizzare la piena integrazione di tutti nella scuola e l’educazione interculturale come suo orizzonte culturale. In questa dimensione la scuola diventa una scuola delle cittadinanze, europea nel suo orizzonte, radicata nell’identità nazionale, capace di valorizzare le tante identità locali e, nel contempo, di far dialogare la molteplicità delle culture entro una cornice di valori condivisi:

“L’educazione interculturale costituisce lo sfondo da cui prende avvio la specificità di percorsi formativi rivolti ad alunni stranieri, nel contesto di attività che devono connotare l’azione educativa nei confronti di tutti. La scuola infatti è un luogo centrale per la costruzione e condivisione di regole comuni, in quanto può agire attivando una pratica di vita quotidiana che si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e, soprattutto, può trasmettere le conoscenze storiche, sociali, giuridiche ed economiche che sono saperi indispensabili nella formazione della cittadinanza societaria. L’educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia la costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse ed è orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento entro la convivenza delle differenze”5.

Il dialogo diventa lo strumento principale per favorire il confronto, per insegnare ad affrontare le diversità, senza atteggiamenti di rifiuto, cosicché si possa imparare a comunicare, a relazionare, a stringere rapporti di amicizia e di collaborazione indipendentemente dalle differenze di lingua e di cultura.

La scuola quindi deve puntare alla formazione di individui che, indipendentemente dalla propria nazionalità, siano capaci di vivere in una società multietnica, multirazziale e multiculturale. In riferimento a quanto detto, importante la lettura del Libro Bianco sul dialogo interculturale dal titolo “Vivere insieme in pari dignità”, nel quale viene esplicitamente affermato come il dialogo interculturale sia una necessità del nostro tempo per superare i confini etnici, religiosi, linguistici e nazionali, garantire coesione sociale e prevenire i conflitti. La gestione democratica di una diversità culturale in continua espansione in Europa – amplificata dalla globalizzazione – è diventata dunque una priorità, per dare risposte ad “emergenze educative” nuove6. Il documento invita a riflettere sulle possibili soluzioni da adottare per rispondere alla diversità sulla base della nostra visione del futuro, un futuro che rispetti il patrimonio culturale e sociale tipico di ogni Nazione e che valorizzi le diverse risorse al fine di prevenire disagi e insuccessi lungo l’arco della vita (Life long learning). La scuola dunque, in seno ad una società multiculturale, attenta ad una piena realizzazione dell’interculturalità, nel rispetto di forme democratiche di convivenza e cittadinanza attiva, in campo educativo, viene chiamata ad elaborare pratiche ed esperienze che agevolino il più possibile la formazione di una dimensione interculturale. Tale dimensione interculturale educativa anima l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 Settembre 2015, in sintonia con la Strategia Europa 2020, che si propone di definire un modello di sviluppo di tipo quantitativo verso una prospettiva di cambiamento globale7. Tra i diciassette punti che la caratterizzano abbiamo l’obiettivo, al quarto punto, che impone ai paesi firmatari di fornire: “…un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti”, in un contesto dove, il decentramento etnico, il relativismo cognitivo, l’educazione emotiva e le metodologie cooperative, possano promuovere la formazione di una mentalità interculturale, introdurre nuove abitudini comportamentali, alle quali associare valori ben precisi e interconnessi, sviluppare pensiero critico e riflessivo.

1https://http://www.europarl.europa.eu/about-parliament/it/in-the-past/the-parliament-and-the-treaties/maastricht-

2 Appendice “Linee guida per l’educazione interculturale”, pag.65-70 3http://www.educational.rai.it/corsiformazione/intercultura/strumenti/normativa/circolari/circolari_205_90.html

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